domenica 28 dicembre 2008

Siamo come piccole stelle vagabonde, belle e splendenti, che non hanno la minima idea di come procedere nell’infinito.
Ci ritroviamo soli ad ogni angolo, soli e sperduti nell’universo delle nostre esistenze, le esistenze che non importano a nessuno.
Recitiamo una parte scritta da noi stessi; il copione della nostra vita ce lo scegliamo in base a quanto ci stimiamo. Ecco la verità.
Ci prepariamo le nostre battute, ci inventiamo rapporti con le persone che ci circondano. Ma pensare all’esistenza come totalità, quello no; per noi comete infelici è troppo. Può essere che ci proviamo anche qualche volta, quando incrociamo altre stelle depresse quanto noi. Ne parliamo con loro e per un attimo ci sentiamo parte di qualcosa di grande. Ma è un attimo solo. Poi ci dimentichiamo del resto del mondo. Questo per la stragrande maggioranza della gente si chiama vivere.
In realtà è una commedia. L'unica cosa reale della nostra esistenza è la morte. Di quello non possiamo decidere nulla.
Noi non siamo vivi. In realtà siamo fantasmi della nebbia, essenze di vite perduta, taciti custodi di mille esistenze che vagano alla ricerca d’una porta nascosta, d’un ignoto traguardo perso in un lontano tempo; e che ancora non sanno che la parola fine sulla loro sceneggiatura non la scriveranno mai loro.



L'ho trovata qui

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