sabato 29 settembre 2007

Donata ha cinquant'anni

Ancora un ritorno al passato.. ad uno dei miei primi racconti completi. Credo che ormai siano passati 8 o 9 anni, e rileggerlo mi fa tenerezza per la banalità, forse, del contenuto. Ma anche i grandi scrittori sono partiti da piccole e semplici storie...

Donata ha cinquant’anni. Donata ha tre figli, un cane, due gatti, tre pesci, due uccelli, mille responsabilità. Donata lavora dalla mattina alla sera, ha solo poche ore di riposo, tra le faccende del primo pomeriggio alla preparazione della cena. In questo tempo Donata legge i romanzi di Harmony comprati in edicola, le storie d’amore sui giornale femminili, l’oroscopo rilegato nelle ultime pagine degli stessi giornali. Donata ha tre figli molto intelligenti, colti, raffinati. Lei non lo è, immagina di vivere le stesse storie delle eroine dei suoi romanzi, sogna di essere rapita da un cavaliere misterioso che la possiede con passione, spera che l’attrazione fatale promessa dall’oroscopo possa avverarsi e trasformarle la sua piatta vita. Il marito di Donata è un tecnico di computer, lei quelle macchine infernali le ha solo spolverate, le ha viste usare dai suoi figli incuriosita dalle mille cose che essi riescono a fare attraverso quella scatola spoglia e pericolosa. Pericolosa come quando i bambini guardano stupiti gli oggetti degli adulti; come in quei documentari che vede in tv prima di dormire dove gli esploratori parlano con gli indigeni incuriositi dalla telecamera.

Donata oggi non ha voglia di leggere. Nel suo romanzo Hellen ha lasciato che il suo amore Albert fuggisse ed avuto paura di rivelargli il suo amore. Lei pensa che non si sarebbe comportata così. L’avrebbe inseguito, scongiurato di amarla e con lui si sarebbe costruita una vita felice e soddisfacente. Ma lei non conosce né la felicità né la soddisfazione e non può immaginarle. E’ stata felice quando sono nati i suoi tre figli, si è sentita soddisfatta quando ha visto che rendevano bene a scuola, ma niente di più. Nella sua vita ha soltanto letto di amori, avventure, passioni che lei non ha mai vissuto, che non avrebbe mai potuto vivere. Che senso ha perdere le sue poche ore di “libertà” in quel modo? Donata si dirige verso lo studio di suo marito, oggi lui è fuori. Il computer è lì, tentatore che la guarda. Si siede sulla sedia.

Guarda lo schermo scuro, la macchina con tre lucette accese.

Preme un tasto e sullo schermo appare la scritta “Stand by” che lampeggia.

Donata ha paura, forse l’ha rotto.

Drinn drinn. Drinn drinn. Al centro dello schermo lampeggia un quadrato. C’è scritto un nome, “Derek”, e accanto “Ciao. Come ti chiami?” “Oh mio Dio, cosa faccio?” pensa Donata. Davanti a lei ci sono una serie di tasti e lei prova a scrivere “Ciao” e poi preme “Invio”. Sembra facile.

Derek : “Come ti chiami?”

Donata ha paura. Cosa vuole questo sconosciuto?

Donata : Mi chiamo Hellen.

Hellen ha venticinque anni, è straniera, è bella, è una scrittrice, vive con altre sue due amiche, fa baldoria sempre, esce con tanti ragazzi, Hellen non vuole legami.

Derek ha trent’anni, è un pubblicitario, è scapolo, è bello e muscoloso, vive da solo in un appartamento sempre pieno di amici, non vuole legami ma vuole conoscerla meglio.

Hellen non può. Sta per finire il periodo di riposo, deve cominciare a lavorare. Ma domani si sentiranno, sempre alla solita ora.

Donata ritorna ai suoi fornelli, al marito che ormai non ama più, ai figli che stanno crescendo e si allontanano da lei e dalla loro casa. Passa il tempo ed Hellen e Derek diventano amici, hanno pochissimi interessi in comune, ma ad Hellen piace sentire le belle parole di Derek e a Derek piace leggere le parole scritte semplicemente e naturalmente da Hellen, come se non fosse una scrittrice, ma solo una casalinga stupita da quello che le è capitato.

Derek vuole incontrarla. Non gli bastano le notti passate in bianco a scriverle lettere d’amore, non gli bastano più le passionali emozioni suscitate dalle parole della sua Hellen, vuole vederla.

Hellen prende tempo, ma poi cede. Donata è nei guai. Cosa fare?

Decidono di vedersi in piazza. Lei dovrà avere un vestito viola, lui sarà vestito con un cappotto nero lungo. Donata ha paura. Derek sarà un giovane e aitante ragazzone che si aspetta una bella e affascinante venticinquenne. Lei di anni ne ha 50!!

Un ragazzo molto carino, con un cappotto nero si muove nella sua direzione. Donata si gira e comincia a scappare. Gli occhi fissi a terra cammina velocemente mentre le lacrime cominciano a scorrere lungo le guance. Si scontra con un uomo, alto. “Hellen” gli sussurra mentre lei cerca di divincolarsi dalle braccia che l’hanno agguantata. Donata-Hellen alza lo sguardo. Un uomo affascinante, capelli grigi la guarda sorridendo. Le rughe di Donata cominciano a muoversi e a circondare un sorriso sincero e meravigliato che si disegna sul suo volto.

“Sarai deluso?” le chiede abbassando di nuovo lo sguardo.

“No, cara Hellen.Tu sei la mia venticinquenne che ama scrivere e io sono il tuo Derek scapolo e pieno di donne. Se ci siamo creati una vita così è perché la sogniamo. Non abbiamo potuto realizzare i nostri sogni, ma nessuno ci vieta di viverli parallelamente alla vita che ci hanno imposto.”

Donata-Hellen ora ha un suo computer portatile. Lo sa accendere e sa collegarsi alla chat. Niente più. Derek la aspetta tutti i giorni, di pomeriggio, e qualche volta di notte, quando a luci spente, l’esperta mano di Derek si posa sul corpo giovane di Hellen e la passione surreale ma magica li prende completamente.

Donata la mattina è ansiosa, Hellen di pomeriggio è felice, Donata di sera è eccitata, Hellen di notte è finalmente soddisfatta.